Museo Agro-Pastorale dell'Area Ellenofona

Descrizione

Allestito solo di recente nel seminterrato dell’Istituto Regionale Superiore di Studi Ellenofoni della Calabria (IRSSEC), grazie al contributo dell’Assessorato alle Minoranze Linguistiche della Provincia di Reggio Calabria, il ‘Museo Agro Pastorale dell’Area Ellenofona’ di Bova Marina offre un interessante spaccato della civiltà contadina della Bovesìa, tra Ottocento e Novecento. Al suo interno si conserva una delle collezioni etnografiche più antiche della Calabria. La collezione fu costituita negli anni ’70, dal meridionalista Pasquino Crupi e dall’iconografo Domenico Candela, al fine di tutelare quanta più memoria possibile della cultura etnografica grecanica, ancora viva nella Bovesìa fino alla seconda metà del secolo scorso. Si tratta di circa 300 manufatti, relativi ai principali mestieri praticati nelle aree più meridionali dell’Aspromonte, sapientemente illustrati da una dettagliata documentazione fotografica in bianco e nero.
Inaugura il percorso espositivo la sezione relativa al sistema abitativo rurale, esplicato attraverso accessori di carpenteria, frammenti di tubature in ceramica, chiavistelli in ferro e un’interessantissima serie di stampi di legno per tegole e mattoni. L’intento di questo incipit museografico è quello di evidenziare il legame intrinseco tra l’uomo e la propria terra, ben rappresentato da alcuni mattoni in cui sono visibili le striature delle dita lasciate sui pani d’argilla ancora umida, significativa testimonianza dell’incessante lavoro contadino su un territorio topograficamente difficile e morfologicamente eterogeneo, come quello grecanico. Segue la ricostruzione di un ambiente casalingo, arricchito da diversi tipologie di lumi che consentono di seguire l’evoluzione dei sistemi di illuminazione, dall’Ottocento fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. All’interno del Museo sono esposti manufatti concernenti l’attività del calzolaio e del fabbro, riuniti in un’unica scenografia volta ad illustrare due delle principali forme artigianali, praticate nel territorio come supporto all’agricoltura. Di estremo interesse sono anche i manufatti di cestineria, e quelli relativi le filiere della tessitura e della pastorizia, quest’ultima ricca di oggetti alquanto originali, quali ad esempio le musulupare, stampi in legno utilizzati nella preparazione di un particolare formaggio quaresimale tipico dell’Area Grecanica. Scenografica anche la sezione dedicata alla musica e al lavoro dei campi nonché quella dedicata all’estrazione dell’olio di bergamotto, ben rappresentata da un modello di Macchina Calabrese, degli anni Trenta del Novecento. Questo singolare macchinario, ideato a Reggio Calabria da Nicola Barillà, nel 1844, spianò la strada al processo di industrializzazione dell’estrazione dell’olio essenziale di bergamotto, rimpiazzando il faticoso lavoro degli spiritari, i quali prima di allora, si servivano esclusivamente di coltelli e spugne per ricavare, dalle bucce dell’agrume, la preziosa essenza ancora oggi utilizzata per fissare il bouquet dei profumi. Un storia tra le più suggestive dell’Area Grecanica, illustrata in un bellissimo video su questo rarissimo quanto misterioso agrume.

LocalitaBova Marina
Tipo RisorsaMusei