La Fauna della Calabria Greca
Descrizione

La diversità degli ambienti che caratterizza l’Area Grecanica consente la presenza di una fauna altrettanto varia la cui presenza si conserva nei nomi (per molti si aggiunge agrò col significato di selvatico) o in alcuni toponimi. Le specie che ne popolano il territorio sono, tuttavia, una sparuta testimonianza di quelle presenti in epoca preistorica, quando un unico mantello boscoso ricopriva questo territorio offrendo riparo a molti animali selvatici. Ma si può collocare in epoche più recenti la scomparsa di animali unici quali l’orso, il cervo o la lontra (zzinnopòtamo in grecanico). A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, infatti, la bonifica delle vaste aree paludose presenti lungo l’orlo costiero, il disboscamento perpetrato con metodi intensivi e la sempre maggiore urbanizzazione hanno tolto spazio vitale alla fauna. A questo va ad aggiungersi un’attività venatoria intensa e spesso praticata senza il rispetto delle leggi e di criteri scientifici. Tuttavia negli ultimi anni la creazione del Parco Nazionale dell’Aspromonte ha offerto alla fauna gli ambienti dove riprendere i propri cicli vitali. Importante e coronata da successo è stata la reintroduzione del capriolo italico (Capreolus capreolus) condotta dall’Ente Parco tra il 2009 e il 2011 con la fondamentale collaborazione delle più avvedute associazioni venatorie. Circa un centinaio di esemplari sono ora presenti soprattutto nei boschi di faggio a quote comprese dai 1.500 m in su. Altra specie simbolo della nostra montagna è il lupo, lico in grecanico, (Canis lupus italicus), animale elusivo oggetto di caccia e persecuzione ma da oltre un decennio oggetto di studio e tutela grazie al Parco.
Il cinghiale, agrochirìdi in grecanico, (Sus scrofa), è il re della macchia muovendosi agile in ambienti con vegetazione intricata ed impenetrabile all’uomo. La sua diffusione è ampia e, a causa di immissioni scriteriate, arreca seri danni alle colture. All’opposto è la situazione della lepre italica, lagò in grecanico, (Lepus corsicanus), fatta oggetto d’intensa caccia mentre abbondante, grazie alle introduzioni, è la lepre europea (Lepus europaeus).
Il gatto selvatico (Felis silvestris), anche se difficile da osservare, è presente in tutte le foreste montane dell’area. Altrettanto si può dire per la puzzola (Mustela putorius), il tasso (Meles meles) e la martora (Martes martes) mentre comuni e quindi più facilmente osservabili sono la volpe, lupùda in grecanico, (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis) e la faina (Martes foina). Raro è l’istrice (Histrix cristata) del quale si possono trovare i lunghi aculei. Tra i roditori è ancora da segnalare lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) che si nota frequentemente nei boschi e presente in una forma tipica dell’Italia meridionale (Sciurus vulgaris meridionalis), caratterizzata da livrea nera con la parte ventrale bianca. Altrettanto diffuso, ma minacciato dal bracconaggio per la presunta bontà delle carni, è il ghiro, oddhìo in grecanico, (Glis glis). Molto raro infine è il driomio (Dryomys nitedula), presente in Italia solo nelle Alpi nord orientali ed in Calabria.
Tra l’avifauna si citano l’aquila reale, atò in grecanico, (Aquila chrysaetos), forse nidificante anche in Aspromonte. Ben più rari sono l’aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), il falco lanario (Falco biarmicus) ed il biancone (Circaetus gallicus). Rapaci presenti nei boschi sono l’astore (Accipiter gentilis) e lo sparviero (Accipiter nisus) e comuni sono il falco pellegrino (Falco peregrinus), la poiana (Buteo buteo), il lodolaio (Falco subbuteo), il gheppio (Falco tinnunculus), il nibbio bruno (Milvus migrans), il nibbio reale (Milvus milvus) ed altri. Altra presenza nei boschi è il picchio nero, in grecanico pelecàno, tagliare con la scure, (Dryocopus martius), del quale si può ascoltare il tambureggiare sui tronchi alla ricerca d’insetti. Tra i rapaci notturni è raro il gufo reale, agolèo in grecanico, (Bubo bubo), mentre più diffusi sono l’allocco (Strix aluco), il barbagianni (Tyto alba), la civetta, sclupiò in grecanico, (Athena noctua), l’assiolo (Otus scops). Rara è la coturnice (Alectoris graeca) presente solo nelle aree meno disturbate.
Ma ruolo strategico e di interesse mondiale riveste l’Aspromonte grazie alla sua posizione di straordinario “bottleneck” del Mediterraneo per la migrazione post-riproduttiva dei rapaci tra Italia e Africa costituendo luogo privilegiato e di richiamo per gli appassionati di bird watching.
Tra i rettili si segnala la vipera comune, in grecanico àspito, (Vipera aspis), gli innocui biacco (Hierophis viridiflavus) e saettone (Zamenis longissimus) ed il mite e raro cervone (Elaphe quatuorlineata). Appariscente per la livrea brillante è il ramarro occidentale, spròfaco in grecanico, (Lacerta bilineata), e rara la testuggine, cedòna in grecanico, (Testudo hermanni hermanni). Tra gli anfibi l’ululone appenninico, vùthraco in grecanico, (Bombina pachypus), è un piccolo rospo con un’appariscente coloritura del ventre che usa per scoraggiare i predatori. La salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) sono frequenti nei boschi di faggio dopo le piogge. Nelle sempre più rare “gebbie” (vasche di raccolta dell’acqua) si può osservare il tritone italiano (Lissotriton italicus) e nei tratti più integri di alcune fiumare granchi, càvuro in grecanico, (Potamon fluviatile), trote (Salmo trutta) e lo sfrecciare a pelo d’acqua del merlo acquaiolo (Cinclus cinclus).
Infine tra gli invertebrati che caratterizzano la fauna dell’area dell’Amendolea molto diffusi sono gli insetti con, in particolare, gli ordini dei coleotteri, dei ditteri e dei lepidotteri. Rappresentati da varie specie sono anche i Cerambicyidae. Tra questi ultimi di particolare importanza, anche perché recentemente avvistato lungo il sentiero che conduce alle cascate dell’Amendolea, è la Rosalia alpina. La Rosalia è uno dei coleotteri più belli e più grandi d’Europa, ma anche uno dei più rari perché per riprodursi necessita degli alberi più vetusti, in via di disseccamento e pieni di cavità, in particolare deve disporre per diversi anni di legno morto di faggio, esposto al sole e non ancora caduto al suolo. L’insetto non può essere confuso con nessun altro, sia per la bellezza che per l’eleganza nei movimenti. Il corpo e le elitre sono da grigioblu a blu chiaro. Le elitre sono chiazzate di nero, la dimensione e la forma di queste chiazze sono variabili e permette di distinguere gli individui gli uni dagli altri. Anche le lunghe antenne lo rendono inconfondibile. La degradazione delle foreste plurisecolari e la quasi totale scomparsa degli alberi più maestosi, oltre a impoverire biologicamente l’intero ecosistema, comporta l’irreversibile rarefazione della Rosalia alpina, e con essa di tutte le altre specie d’insetti indissolubilmente legati alla selva primeva. Tra i lepidotteri frequentanti la valle dell’Amendolea sono particolari le farfalle del genere Hipparchia, con la superficie inferiore delle ali marrone scuro con ocelli prominenti sulle ali anteriori, immerse in un ampio arancio a fasce bruno-bianco, mentre le ali posteriori inferiormente sono cripticamente colorate di scuro con linee a zig zag e striature. In particolare la Hipparchia semele, avvistata di frequente nell’area è inserita nella Lista Rossa delle specie minacciate. Il lato inferiore delle ali è un superbo esempio di pattern mimetico, consentendo all’insetto di confondersi perfettamente in una varietà di ambienti diversi.
Le spiagge dell’Area Grecanica infine, grazie alla loro integrità, sono elette a principale area di nidificazione in Italia della tartaruga marina (Caretta caretta) una specie cosiddetta bandiera per la grande importanza strategica che ha nella conservazione della natura. Le ricerche condotte da oltre un decennio dall’Università della Calabria hanno dimostrato l’unicità di questi litorali e le peculiari caratteristiche genetiche delle tartarughe calabresi. Una costa battezzata, a ragione, delle tartarughe e che va salvaguardata compatibilmente ad una fruizione turistica rispettosa degli arenili.
Fonte: Guida Naturalistica della Calabria Greca – Alfonso Picone – Rubbettino Editore – Collana Parco Culturale della Calabria Greca.