Grotte di Sperlonga
Descrizione

Situato sulle colline che sovrastano l’abitato di Brancaleone Marina, in antichità il paese viene fondato da alcuni monaci Basiliani intorno al V e VI secolo, con il nome di Sperlonga dal greco Spèlugx che significa caverna.
Agli inizi questi monaci vivevano all’interno di alcune grotte scavate nella roccia, che per la loro posizione venivano utilizzate anche come difesa dagli attacchi Saraceni.
Tra l’XI e il XII secolo cominciarono a costruire e dimorare in monasteri, di conseguenza per la loro particolare umiltà ad accogliere le persone, nacquero dei veri e propri agglomerati urbani.
Ancora oggi c’è una via Sperlongara, una torre di vedetta con questa denominazione e anche, appunto, delle grotte, le grotte di Sperlonga, laure trogloditiche basiliane, all’interno delle quali i monaci scelsero di condurre la loro solitaria esistenza.
La maggior parte di queste grotte antropiche si presentano come semplici cavità rocciose, alcune di grandi dimensioni, altre piuttosto anguste, altre ancora costituite da un ingresso ampio ed altri più piccoli all’interno: si tratta di celle monastiche, utilizzate dai religiosi dell’epoca come luoghi di meditazione, ma anche come ambiente essenziale dove si svolgeva la vita quotidiana.
Successivamente alcune di esse furono trasformate in rifugi dai primi abitanti del luogo, per sfuggire ai frequenti attacchi nemici, mentre altre continuarono ad essere sfruttate come ambienti di servizio annessi alle abitazioni.
Particolare importanza rivestono alcune grotte-chiese, che conservano ancora al loro interno incisioni sacre armene ed alloggiamenti destinati, all’epoca, a nicchie porta icone ed altari. Sono state individuate circa 10 celle monastiche e 4 grotte-chiese, tutte risalenti ai sec. VIII-IX , tranne una, più tarda, del XII secolo.