Iconografia
Descrizione
La realizzazione delle icone
Dal punto di vista tecnico, le icone si eseguono su tavole di legno, utilizzando pigmenti naturali. A grandi linee, il procedimento è il seguente.
Prima di tutto le tavole vanno preparate: sul lato destinano ad accogliere la pittura si incolla una tela sottile di lino. Viene usata una colla di origine animale, di pesce o di coniglio. Poi alla stessa colla si aggiunge il gesso per doratore e si stendono diversi strati sottilissimi di gesso mescolato con la colla, direttamente sulla tela.
Una volta asciugato, il tutto viene smerigliato, ottenendo in questo modo un perfetto supporto per la doratura e per la pittura. A questo punto, il disegno preparatorio viene trasferito sulla superficie pretrattata.
Prima di iniziare a dipingere, si applica l’oro sulle parti da dorare. L’oro, una volta applicato, viene brunito con la pietra d’agata.
Si procede stendendo diversi strati di pittura, uno sull’altro. Per i pigmenti, prevalentemente in polvere, si adopera il legante all’uovo: rosso d’uovo diluito con acqua demineralizzata e un tocco di aceto di vino bianco. Vengono usati per la pittura pennelli di scoiattolo, morbidissimi, e quelli di martora.
Dopo aver terminato un’icona, si lasciano passare circa venti-trenta giorni, affinché i vari strati di pittura si asciughino bene. Per concludere il lavoro bisogna stendere sulla superficie pittorica una vernice naturale protettiva e trasparente: a tale scopo viene adoperata la gommalacca decerata.
Chiaramente, questa descrizione delle tecniche di esecuzione delle icone, alquanto sintetica, serve solamente a rendere l’idea della complessità del lavoro.
L’iconografo esegue il proprio lavoro attenendosi puntualmente alle prescrizioni della tradizione iconica, elaborata nel corso dei secoli e approvata dalla Chiesa. Nell’arte iconografica tutto è simbolico, niente è casuale. Anche la scelta dei colori stessi – rosso, azzurro, giallo, bianco e così via – non mira, come nella pittura laica, a costruire una dimensione realistica, ma a riuscire a sfiorare il trascendente.
A chi le contempla, le icone annunciano la santità e la gloria del mondo intellegibile, ma anche l’umanità trasfigurata, specialmente attraverso le icone dei santi che, da esseri comuni come noi, sono stati da Dio elevati alla santità, cosa a cui, in fondo, ogni cristiano è chiamato.
La Chiesa ci insegna che le icone non sono delle opere pittoriche personalizzate dovute al lavoro di un determinato artista (per questo non dovrebbero essere mai firmate), ma una sorta di creazione sovramondana, nella cui realizzazione lo Spirito quasi fa muovere il pennello nella mano dell’iconografo. Per questo motivo è fondamentale il ruolo della preghiera personale che l’iconografo recita quotidianamente, mentre si accinge a lavorare sull’icona.
L’icona è stata mirabilmente definita dai teologi “immagine visibile dell’invisibile”. Al suo valore estetico e artistico – valore che essa deve, fuor di dubbio, possedere, perché ogni immagine sacra deve essere, comunque, bella – l’icona aggiunge un’altra dimensione, quella spirituale.
Fonte: Museo dei Santi Italo – Greci di Staiti, a cura di Daniele Castrizio – Collana del Parco Culturale della Calabria Greca – Testo di Sergej Tikhonov – Iconografo.
Il Museo dei Santi Italo Greci di Staiti
L’Aspromonte mistico: paesaggi dello spirito
Edificare la memoria del territorio attraverso il recupero delle immagini e della sua umanità, attribuisce valore al tempo che viviamo e definisce l’irrinunciabile necessità di ristabilire quel prezioso legame con la storia e con la nostra identità. Più volte, infatti, rimanemmo come smarriti tra le omissioni della storiografia ufficiale e le distanze che noi stessi, talvolta, abbiamo volutamente posto e comunicato. Come se il silenzio degli uomini non fosse l’arma più feroce contro la dignità e l’identità dei popoli e dei loro territori. Così l’oblio, la calunnia e l’infamia consumati da alcuni uomini che tradirono la Santità e la Bellezza di luoghi e cose, che ancora oggi agitano storia, fede e vita.
Il Museo dei Santi Italo-Greci di Staiti è la pregevole opera realizzata attraverso la collaborazione e la proficua interazione tra Istituzioni e Associazioni. Il Museo trattiene ed esprime la densa e numerosa presenza dei Santi che hanno vissuto e scelto il nostro territorio come eremo dal quale elevare la preghiera e innalzare lo spirito, e dal quale si sarebbero poi diffusi l’orazione ed il culto.
Questo catalogo vuole essere il completamento di un percorso che lascia traccia di se e dei suoi passaggi, che porta alla comprensione ed alla ulteriore testimonianza scritta e dunque narrata di una vicenda mistica eppur carnale di una umanità che si lascia guardare nell’esempio di spiritualità e devozione.
Le Icone esposte nel Museo ci raccontano frammenti di quell’epoca in cui l’incontro con Dio si astrasse dal tutto e si celebrò nell’essenzialità dell’incontaminata e aspra natura che si fece tenera e dolce nel sacrificio e nell’umiltà dei suoi Santi.
Occorre, dunque, recuperare questi valori, unitamente allo spirito e alla spiritualità dei luoghi per scrivere una nuova narrazione del territorio e dell’Aspromonte. Bisogna operare nel senso del bello e del giusto, indagare tra gli strati più profondi della memoria, cercare tra le icone e i ritratti il cammino di chi segnò il sentiero prima di noi, conservare e nutrire il nostro territorio perché non rimanga ancora sconosciuto ai suoi stessi figli.
Fonte: Il Museo dei Santi Italo – Greci di Staiti – Prefazione del Prof. Giuseppe Bombino, Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte – Collana del Parco Culturale della Calabria Greca – Rubbettino Editore.
Catalogo Museo Santi Italo Greci Staiti – Copertina
Catalogo Museo Santi Italo Greci Staiti